Video



Palermo, a Nord di Lampedusa

“C’è una nuova realtà che si fa strada forte dei sogni, delle speranze, del lavoro”, si sente dire in uno dei film di punta di questa rassegna. Ecco perché a Palermo, Il Vento del Nord quest’anno soffia da vicino su Lampedusa e in un’edizione speciale della manifestazione, nata proprio sull’isola più a Sud della Sicilia, parla di temi  “caldi”  anche d’inverno: legalità e immigrazione, etica e  impegno, ma anche denuncia e speranza attraverso il cinema e, soprattutto, la coscienza di un luogo che, in particolare con i materiali raccolti tra documentari, cortometraggi, perfino l’animazione, cerca sempre più il riscatto di un’immagine lontana agli stereotipi che filtrano attraverso l’inevitabile lente della cronaca.
I due giorni di questa piccola vetrina (decisamente in controtendenza con il rituale dei festival) aprono così un focus di riflessione e di dibattito di forte attualità,  il 17 e 18 Dicembre, per fare il punto su questi temi: in collaborazione con la "Regione Siciliana - Dipartimento Turismo - Servizio Filmcommission" e con il coinvolgimento dell’A.N.F.E. che rappresenta le famiglie degli emigrati e grazie al CSC, Centro Sperimentale di Cinematografia-Scuola Nazionale di Cinema che la ospita  ai Cantieri Culturali alla Zisa , incontri, dibattiti, proiezioni…
 In un week end di forte richiamo per il cinema e il giornalismo, un’inevitabile concentrazione mediatica per accendere, con autori e protagonisti, un riflettore su uno splendido territorio spesso penalizzato proprio nell’immagine che la cronaca è costretta a rilanciare. Nelle opere delle nuove generazioni ma anche nello sguardo di alcuni grandi maestri, Sicilia e cinema da scoprire o da rivedere in una chiave di rilettura importante, anche attraverso i cortometraggi e l’omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in un film a disegni animati: qualcosa di realmente originale anche per il grande pubblico dei siciliani e per i ragazzi ai quali sono aperte le proiezioni dei due giorni.
C’è una nuova realtà che va conosciuta, che può essere la spinta forte di quella mutazione anche mediatica, non solo genetica per chi ancora non dimentica lo sdegno dell’agguato mortale a Falcone e Borsellino, per chi ancora e sempre guarda con con gli occhi della denuncia e, insieme, dell’indignazione, gli sbarchi dei disperati sulle coste dell’isola.
Ecco perché è importante guardare e rivedere, parlare e conoscere meglio anche questa realtà che la Sicilia del cinema racconta con le sue storie, accendendo i riflettori con tante opere finanziate o comunque realizzate, appunto, tra Palermo e il suo Sud: da Giuseppe Tornatore a Emanuele Crialese, da Roberta Torre a Pasquale Scimeca, il cinema siciliano continua a scrivere con le immagini una storia parallela alla cronaca. Una storia intensa e appassionata che è storia di donne e di uomini, di bambini e ragazzi che sotto questo splendido cielo e di fronte ad un mare a volte nemico esprime comunque una gran voglia di cambiare le prospettive dell’approdo. Almeno con il cinema.

Laura Delli Colli

In Rassegna

Omaggio a Emanuele Crialese
Da “Respiro” a “Terraferma”

Tre film e un filo rosso di coerenza e di attenzione che non ha mai dimenticato  la realtà e il dolore di chi lascia la sua terra, la speranza di chi trova un nuovo approdo. Ha origini siciliane ma si è formato in America, a New York, Emanuele Crialese che ha appena finito di girare il nuovo film, Terraferma, a Linosa, a poche bracciate di mare da Lampedusa. Ha già avuto la nomination ai David di Donatello (e il Nastro d’Argento per Valeria Golino) per Respiro, il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia e la nomination italiana per la selezione degli Oscar nel 2006 con Nuovomondo, candidato a ben 13 David. Crialese ha esordito nel 1997 con Once we were strangers, un film scritto  e girato in inglese, che ha prodotto, dice una vecchia storia molto suggestiva, vendendo un paio di orecchini eredità di una bisnonna. Attore simbolo del suo cinema di mare e identità è stato finora Vincenzo Amato. Con Terraferma, al montaggio, il protagonista è Beppe Fiorello con Donatella Finocchiaro.

Masterclass:  Beppe Fiorello

In dieci anni è diventato il re della fiction. Popolarissimo in tv (recentemente con Il sorteggio e Il bandito e il campione) negli ultimi due anni ha interpretato per il cinema Galantuomini di Edoardo Winspeare, Baaria di Giuseppe Tornatore, I baci rubati di Roberta Torre, presentato con successo all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. L’esordio nella fiction con Ultimo e Brancaccio (2001). Tra i suoi successi televisivi: Il cuore nel pozzo (2005), L'uomo sbagliato, Il grande Torino e Il bambino sull'acqua (2005), Joe Petrosino e Troppi equivoci (2006) per la serie Crimini, Giuseppe Moscati (2007), La vita rubata e Il bambino della domenica (2008), Lo scandalo della Banca Romana (2009).Ha appena finito di girare Terraferma di Emanuele Crialese.

Vittorio De Seta, dedicato a un Maestro
Con la proiezione del suo Lettere dal Sahara

Alla Sicilia e al documentario ha dedicato un’attenzione costante. E’ uno dei registi più coerenti, sensibili e attenti alle sfumature del racconto umano e ai pensieri più intimi delle donne e degli uomini che racconta. «Lo sguardo neutrale è una menzogna, specie nel mio lavoro, dove basta spostare la macchina da presa di pochi centimetri perché tutto cambi», ha detto a proposito di cinema e realtà. Ha firmato per la tv un film storico come Diario di un maestro. Lettere dal Sahara, attraverso il viaggio di un ragazzo senegalese, costretto a lasciare l'università perchè ha bisogno di un lavoro, parte dal Senegal e, verso l’Italia, approda a Lampedusa dove Assan trova un’occupazione in nero, nel Sud dell'Italia, terra di speranze e delusione.